Silvia Amodio


Descrizione
Titolo dell'opera:
"ABC"
Specifiche tecniche:
- Mozambico, 2023;
- 43x53 cm - es.unico;
- Stampa Fine Art su Carta cotone Verona Smooth Ultra White 280 gr;
- Cornice vintage dorata.
Informazioni aggiuntive:
“Cara sorella ti ricordi di questa fotografia? L'ho trovata nel libro del mio primo esame all'università. Era venuta nella nostra scuola una signora con la macchina fotografica, mi faceva paura! I bianchi venivano al villaggio solo per farci le punture e noi urlavamo come tacchini impazziti […]
Quella signora mi regalò un libro pieno di figure che raccontava di una bambina che si era ribellata ai genitori perché non voleva sposarsi, ma studiare. Quella signora, mettendomi il libro tra le mani, mi ha detto “leggilo”.
L'ho letto e riletto di nascosto la sera, dopo aver aiutato mamma con le faccende. Era come se una vocina sempre più nitida mi indicasse la strada. Nell’ultima pagina c'era scritto che quella era una storia vera e che quella bambina era poi diventata un ingegnere. Ho capito che anch'io volevo studiare, non volevo fare figli né lavare i panni di mio marito. Ho realizzato che avrei voluto dedicare la mia vita all'insegnamento e così è stato. Ho dovuto trasferirmi in città, perché nel villaggio ero considerata una stranezza. Il vento non rompe mai un albero che sa piegarsi. Nessuno è riuscito a scoraggiarmi, neanche le minacce di papà.
E non è vero che non ho figli, ne ho tanti, sono i miei studenti e li amo tutti.”
Questo lotto è stato donato da Silvia Amodio.
Titolo dell'opera:
"ABC"
Specifiche tecniche:
- Mozambico, 2023;
- 43x53 cm - es.unico;
- Stampa Fine Art su Carta cotone Verona Smooth Ultra White 280 gr;
- Cornice vintage dorata.
Informazioni aggiuntive:
“Cara sorella ti ricordi di questa fotografia? L'ho trovata nel libro del mio primo esame all'università. Era venuta nella nostra scuola una signora con la macchina fotografica, mi faceva paura! I bianchi venivano al villaggio solo per farci le punture e noi urlavamo come tacchini impazziti […]
Quella signora mi regalò un libro pieno di figure che raccontava di una bambina che si era ribellata ai genitori perché non voleva sposarsi, ma studiare. Quella signora, mettendomi il libro tra le mani, mi ha detto “leggilo”.
L'ho letto e riletto di nascosto la sera, dopo aver aiutato mamma con le faccende. Era come se una vocina sempre più nitida mi indicasse la strada. Nell’ultima pagina c'era scritto che quella era una storia vera e che quella bambina era poi diventata un ingegnere. Ho capito che anch'io volevo studiare, non volevo fare figli né lavare i panni di mio marito. Ho realizzato che avrei voluto dedicare la mia vita all'insegnamento e così è stato. Ho dovuto trasferirmi in città, perché nel villaggio ero considerata una stranezza. Il vento non rompe mai un albero che sa piegarsi. Nessuno è riuscito a scoraggiarmi, neanche le minacce di papà.
E non è vero che non ho figli, ne ho tanti, sono i miei studenti e li amo tutti.”
Questo lotto è stato donato da Silvia Amodio.
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