Bottiglia Barbaresco Meruzzano + Barolo


Descrizione
2020 Orlando Abrigo + 2019 Ascheri.
Il Barolo trae le sue origini da una dinastia importante, quella della marchesa Giulia Colbert Falletti che insieme a suo marito, il marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo sperimentarono per la prima volta l’affinazione di questo vino in ambienti ipogei a temperatura controllata.
Un’intuizione che incuriosì perfino il re Carlo Alberto di Savoia che, dopo averlo assaggiato, ne fu conquistato al punto dal decidere di acquistare un podere nei dintorni di Verduno, dove produrre il suo Barolo reale.
Non a caso, proprio il Barolo viene ancora definito “Vinum regum, rex vinorum”, ovvero il “vino dei re, re di tutti i vini”.
Il pregio del Barbaresco sta, invece, in un certo senso proprio nel non possedere sangue aristocratico, ma una dimensione più popolare e legata alla tradizione.
Sicuramente parliamo anche in questo caso di un vino noto sin da epoche remotissime (già i romani, sul territorio di Barbaresco, impiantarono le prime viti di Nebbiolo al posto delle querce) fu lanciato commercialmente solo nel 1894 da Domino Gavazza, insigne direttore della Regia Scuola di Enologia di Alba anche se ci sono documenti inconfutabili che confermano che la produzione di Barbaresco iniziò già da prima: la più antica bottiglia etichettata con il nome “Barbaresco” è del 1870.
Questo lotto è stato donato da NEXI Group.

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2020 Orlando Abrigo + 2019 Ascheri.
Il Barolo trae le sue origini da una dinastia importante, quella della marchesa Giulia Colbert Falletti che insieme a suo marito, il marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo sperimentarono per la prima volta l’affinazione di questo vino in ambienti ipogei a temperatura controllata.
Un’intuizione che incuriosì perfino il re Carlo Alberto di Savoia che, dopo averlo assaggiato, ne fu conquistato al punto dal decidere di acquistare un podere nei dintorni di Verduno, dove produrre il suo Barolo reale.
Non a caso, proprio il Barolo viene ancora definito “Vinum regum, rex vinorum”, ovvero il “vino dei re, re di tutti i vini”.
Il pregio del Barbaresco sta, invece, in un certo senso proprio nel non possedere sangue aristocratico, ma una dimensione più popolare e legata alla tradizione.
Sicuramente parliamo anche in questo caso di un vino noto sin da epoche remotissime (già i romani, sul territorio di Barbaresco, impiantarono le prime viti di Nebbiolo al posto delle querce) fu lanciato commercialmente solo nel 1894 da Domino Gavazza, insigne direttore della Regia Scuola di Enologia di Alba anche se ci sono documenti inconfutabili che confermano che la produzione di Barbaresco iniziò già da prima: la più antica bottiglia etichettata con il nome “Barbaresco” è del 1870.
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