Maglia gara Boban Milan - Special Model
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Descrizione
Maglia gara del Milan preparata / indossata da Boban in occasione di una partita di Serie A, stagione 1999/2000.
Nell’estate del 1999, San Siro divenne teatro di un evento emozionante: la serata inaugurale del Centenario del Milan voluta dal suo presidente Berlusconi. Lo stadio era aperto gratuitamente, l’atmosfera da pelle d’oca con vecchie glorie sfilavano sul prato ed un nuovo inno risuonava per la prima volta (“Milan Milan, solo con te…”). Una piccola curiosità di quella sera fu la presenza dell' l’astronauta Eugene Cernan, l’ultimo uomo ad aver camminato sulla Luna, che ha affiancato Alberto Zaccheroni in un simbolico giro d’onore. Infatti, ciò che aveva compiuto l'astronauta doveva essere l'obbiettivo di Zaccheroni portando i rossoneri sul tetto di Europa e del mondo.
Tra le stelle del presente, acclamato da una folla in delirio, fu presentato Andriy Shevchenko con lo Scudetto sul petto, ma a illuminare quella notte speciale c’era anche Zvonimir Boban, il Professore, con la maglia numero 10 sulle spalle.
La maglia gara del Centenario 1999/2000 era un omaggio raffinato alla storia: strisce rossonere sottili come nel 1899, inserti dorati e lo scudo di San Giorgio al posto del classico stemma, a richiamare l’identità milanese. Sulla manica brillava anche lo Scudetto, simbolo di un titolo conquistato con tenacia pochi mesi prima. Boban era il cuore pensante di quella squadra: un trequartista elegante e geniale, punto d’equilibrio tra centrocampo e attacco, capace di accendere il gioco con un colpo d’occhio o un’idea fuori dal comune.
In una rosa ricca di campioni, come Maldini, Albertini, Weah, Sheva, era lui a indossare la 10, con naturalezza e responsabilità. In nove stagioni in rossonero, Boban aveva già lasciato il segno: 251 presenze, 30 gol e trofei a ripetizione: quattro Scudetti, una Champions League, tre Supercoppe italiane, una UEFA.
Ma i numeri non bastano a raccontarlo: il suo gioco era arte, intelligenza, visione. E in quell’anno del Centenario, la sua maglia divenne qualcosa di più di una divisa: era il filo rosso che univa Rivera a Rui Costa, il simbolo di un Milan glorioso che si affacciava al nuovo millennio portando con sé la classe eterna di Zvonimir Boban.
Questo cimelio fa parte della fornitura gara messa a disposizione degli atleti in occasione delle competizioni ufficiali e differisce nelle sue caratteristiche peculiari dai prodotti messi in commercio dallo sponsor tecnico, potrebbe essere stato indossato in partita e lavato dopo il termine della gara oppure preparato per il match ma poi non utilizzato.
Specifiche tecniche:
- Modello home
- Taglia XL
- Made in Italy
- Patch Scudetto applicato sulla manica sinistra
- Patch Lega Calcio applicato sulla manica destra
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Maglia gara del Milan preparata / indossata da Boban in occasione di una partita di Serie A, stagione 1999/2000.
Nell’estate del 1999, San Siro divenne teatro di un evento emozionante: la serata inaugurale del Centenario del Milan voluta dal suo presidente Berlusconi. Lo stadio era aperto gratuitamente, l’atmosfera da pelle d’oca con vecchie glorie sfilavano sul prato ed un nuovo inno risuonava per la prima volta (“Milan Milan, solo con te…”). Una piccola curiosità di quella sera fu la presenza dell' l’astronauta Eugene Cernan, l’ultimo uomo ad aver camminato sulla Luna, che ha affiancato Alberto Zaccheroni in un simbolico giro d’onore. Infatti, ciò che aveva compiuto l'astronauta doveva essere l'obbiettivo di Zaccheroni portando i rossoneri sul tetto di Europa e del mondo.
Tra le stelle del presente, acclamato da una folla in delirio, fu presentato Andriy Shevchenko con lo Scudetto sul petto, ma a illuminare quella notte speciale c’era anche Zvonimir Boban, il Professore, con la maglia numero 10 sulle spalle.
La maglia gara del Centenario 1999/2000 era un omaggio raffinato alla storia: strisce rossonere sottili come nel 1899, inserti dorati e lo scudo di San Giorgio al posto del classico stemma, a richiamare l’identità milanese. Sulla manica brillava anche lo Scudetto, simbolo di un titolo conquistato con tenacia pochi mesi prima. Boban era il cuore pensante di quella squadra: un trequartista elegante e geniale, punto d’equilibrio tra centrocampo e attacco, capace di accendere il gioco con un colpo d’occhio o un’idea fuori dal comune.
In una rosa ricca di campioni, come Maldini, Albertini, Weah, Sheva, era lui a indossare la 10, con naturalezza e responsabilità. In nove stagioni in rossonero, Boban aveva già lasciato il segno: 251 presenze, 30 gol e trofei a ripetizione: quattro Scudetti, una Champions League, tre Supercoppe italiane, una UEFA.
Ma i numeri non bastano a raccontarlo: il suo gioco era arte, intelligenza, visione. E in quell’anno del Centenario, la sua maglia divenne qualcosa di più di una divisa: era il filo rosso che univa Rivera a Rui Costa, il simbolo di un Milan glorioso che si affacciava al nuovo millennio portando con sé la classe eterna di Zvonimir Boban.
Questo cimelio fa parte della fornitura gara messa a disposizione degli atleti in occasione delle competizioni ufficiali e differisce nelle sue caratteristiche peculiari dai prodotti messi in commercio dallo sponsor tecnico, potrebbe essere stato indossato in partita e lavato dopo il termine della gara oppure preparato per il match ma poi non utilizzato.
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